Nota bene:

Mi piace scrivere cose a caso. E mangiare la nutella con i grissini direttamente dal barattolo.

mercoledì 28 marzo 2012

Su chi legge fra le righe

"svelto la banca chiude"

Sottolineo la parola SVELTO. Bisogna leggere tra le righe. Ecco :)

lunedì 26 marzo 2012

Sulle RiflessioniLiquide



I fiumi nascono sulle montagne e giungono a valle, nei laghi o nel mare, seguendo il percorso naturale più intelligente, non il più ovvio. 


E se ricominciassimo a progettare seguendo il corso dei fiumi? Nella maniera più intelligente e non più ovvia.

La scienza spiega la natura, l'arte ne trova il significato delle forme. RiflessioniLiquide per un rinnovato sviluppo intelligente e meno ovvio.

sabato 24 marzo 2012

Sulla necessità di lasciare in pace sto pover'uomo

Nota di servizio:

questo blog(ger)partecipa con vivace convizione al progetto DaVinciless Year: un anno senza Leonardo da Vinci per ricordare a tutti che l'arte italiana è anche molto molto altro.

Nel 2013 critici e storici dell'arte cercheranno di parlare il meno possibile di "quello li" e divulgheranno nella maniera più ampia tutti gli altri grandi artisti nostrani da Antonello da Messina fino a Rossella Biscotti.

Ecco servite anche voi lettori, dall'anno prossimo dovrete riferirvi al pittore della Vergine delle Rocce e della Battaglia di Anghiari con l'appellativo "tu sai chi" oppure "quello là dell'Ultima cena" oppure "il tizio del codice".

Tutto chiaro? Grazie a tutti per la collaborazione.

Sui capelli di Cremonini

Sono un paio di giorni che sento, assolutamente per caso, alcune canzoni che per una storia o per l'altra mi riportano ai primi anni del liceo o comunque ai primi anni dell'adolescenza. Un periodo davvero spensierato, era la fine degli anni '90, la crisi ancora non esisteva, anzi ... non si lavorava, l'unico obbligo era quello di andare a scuola che però, per quanto mi riguarda, non mi pesava affatto. Vuoi perchè la mia scuola era super e in pratica erano più i giorni di gite e attività extrascolastiche che non quelli di lezioni frontali, vuoi perchè la mia classe mi piaceva, ad ogni modo mi divertivo parecchio. No lavoro, no money problems, no love problems. E si poteva allegramente saltellare per la strada al ritmo di

Ma quanto è bella sta canzone? Parla davvero della spensieratezza dei giovani. Sapete cosa mi fa capire che il tempo è passato? Cremonini, proprio lui, cioè pure lui all'epoca era un allegro cazzaro con i capelli mezzi rossi e mezzi no (non in questo in video, qui li ha ossigenati biondi) :) Oggi anche lui si è fatto serio, non noioso eh, però serio, cantante maturo.

Chissa magari un giorno pure Scanu si farà serio e cambierà sti capelli con quell'improbabile riga a linea di culo che ha in testa. Boh vedremo.

Erano gli anni dei cd, delle Superga, dei giubbini North-Sails e degli zainetti Eastpak. Andavamo in gita con le macchine foto digitali grandi quanto un micone e con uno schermetto minuscolo. Avevamo le cuffie del lettore cd a cerchietto, ve le ricordate? Oh cavolo se ci penso ora mi sembra passato un secolo .... e invece.
Erano gli anni che tornavi a casa da scuola, pranzavi e poi c'era Dawson's creek. Cavolo sono cresciuto con Dawson io, piangevo assieme a lui quando i suoi si separarono. Difendevo Jen perchè era una persona sincera e, a differenza di quasi tutti, attaccavo quella gran puttana di Joy Potter che in quella serie si era fatta tutti, mancava solo la nonna di Jen, forse.

Erano gli anni di Puttana, puttana, puttana la maestra! dai non voglio diventare troppo nostalgico, però posto un ultima canzone che mi piaceva un sacco all'epoca, che ricorda i primi amori, i primi baci, le prime cotte da adolescente (io ero innamorato di un mio compagno di classe che a vederlo ora mi chiedo come fosse possibile....bleah).


martedì 20 marzo 2012

Sulla vita in un piccolo villaggio

Quest'oggi ho dedicato la mattinata a delle commissioni che non potevo più rimandare: rinnovo della carta d'identità, ritiro di alcune raccomandate etc ...

Ora, sapete bene, e se non lo sapete ve lo dico, che io "abito" in un piccolo paesino. Abito lo metto tra virgolette perchè in realtà qui ci dormo e basta qualche notte a settimana, ma non vivo davvero questo posto. Non frequento la comunità. Infatti in questi paesini di solito si conoscono tutti, io invece non conosco quasi nessuno perchè non faccio parte della comunità genericamente intesa.
Oggi ho tastato con mano il "disagio" di questa cosa.

Prima tappa all'ufficio postale: ho davanti a me una signora che conosco vagamente di vista ma non so nulla di lei. Mi saluta con un ciao, rispondo con un buongiorno. Subito dopo di me entra un signore anziano, si salutano e mi sacambia per il figlio della signora. Io sorrido e dico che no, non sono il figlio della signora in questione. Lui non demorde e mi chiede come sta mio fratello. Rispondo di non avere fratelli. Se ne fa una ragione e si siede. Entra nel frattempo un'altra anziana e anche lei mi chiede come sta mio fratello, scambiandomi per il figlio della signora. Rispondo la medesima cosa anche a lei. Si fa subito diffidente poichè passo nella sua zona "estranei" e mi gira le spalle.

E' finalmente il mio turno, devo ritirare due raccomandate e pagare un bollettino postale. Compilo il bollettino, da 20 euro. L'impiegato all sportello esordisce con un "guardi so che è da 20 euro però io sono costretto achiedergliene 21.10. Fosse per me andrebbe bene 20, non voglio rubarle nulla ma è la legge che lo prevede". Io lo guardo stralunato dicendo che so benissimo che avrei dovuto pagare i costi di commissione, e lui si scusa nuovamente dicendmi che è la procedura e bla bla

Me ne vado pensando che gente srana esiste in sto posto. Boh. Vado a fare a sto punto le fototessere dal fotografo, entro deciso ne negozio e scopro che non è il negozio di un fotografo ma di oggetti casalinghi (l'esterno però non era cambiato). Riconosco però la moglie del fotografo, le chiedo dove fosse andato il marito. Mi risponde che orami da due anni il negozio si è spostato di fornte all'ufficio postale. Ah si? E prima io non l'avevo visto ?? Boh ok saluto e torno indietro, trovo il negozio, entro e attendo il mio turno. Nel frattempo entra anche la signora di prima della posta, quella che credevano mia madre. La saluto e lei attacca bottone chiedendomi come stessero i miei e se mi ricordassi di lei. Che lei da piccolino mi salutava sempre e bla bla...

Ora io abito in questo posto da 10 anni, per cui ne avevo già 15 quando sono arrivato e non credo sembrassi proprio piccolino. E cmq i "miei" non esistono, al massimo esiste  mio padre.  Insiste dicendomi che ci portava sempre il pane a casa, le rispondo che non ci siamo mai fatti portare il pane a casa, e che a casa mia qui stiamo pochissimo. Allora lei sfodera tutte le sue conoscenze e mi dice "ma non abitate nella villa dopo il ponte? La casa bianca di legno con il giardino davanti?" Si si abitiamo proprio li in effetti. "Tuo papà ha una macchina blu no?" Si in effetti si. "E allora siete proprio voi, vi portavo il pane tutti i giorni quando lavoravo dalla panettiera.

Boh, appena arrivato a casa chiedo a mio padre e anche lui mi conferma che non ci siamo mai fatti portare il pane a domicilio. Mah.

Ad ongni modo faccio ste fototessere e vado in comune a rinnovare la carta d'identità. L'impiegata comunale mi saluta con un caloroso "ciao Davide, da quanto tempo!" Io questa non so chi sia,ma vedo sul suo badge il nome Arianna e allora rispondo con "Buongiorno Arianna". Le dico che devo rinnovare il documento e mi fa compilare i moduli. Mi chiede come stanno i miei. Aaaah ma è 'na fissa. Ma non lo sanno in sto paese che siamo orfani? Mi chiede addirittura se mia madre insegna sempre a Rivoli.

Che cosa??? Ma quando mai? Ma chi... m cosa...ma che? a parte che mia mamma faceva l'infermiera a Torino e cmq quassu non l'hanno proprio mia vista. Quando ci siamo trasferiti qui ero orfano già da almeno dieci anni. Boh.
Le dico che mia mamma non ha mai insegnato e che cmq avevo fretta e dovevo solo fare il documento.
Mi chiede se lasciare la dicitura studente oppure scrivere cameriere. Le chiedo perchè avrebbe dovuto scrivere cameriere visot che io non sono un cameriere. Lei mi dice che era convinta lavorassi in un ristorante della bassa valle.. A quel punto mi chiedo come sia possibile essere cosi sconosciuti in un posto dove vivo da 10 anni. Boh.

Ci sono rimasto male.

lunedì 19 marzo 2012

Sul funeral party e ciò che ne resta

Il mezzanino ovale con il lucernaio a costoloni del Sanpaolesi
 Ieri a Torino c'è stato il Funeral party della galleria sabauda. Un evento tristissimo. La chiusura, pare definitiva, della pinacoteca che meglio di tutte le altre rappresenta la storia della nostra nazione perchè evoluzione delle collezioni dinastiche dei Savoia.
Fino a ieri, 18 marzo 2012, la Galleria Sabauda era ospitata agli ultimi due piani del palazzo del Collegio dei Nobili. Nei piani inferiori trova posto invece il ben più celebre museo egizio, anch'esso gioiello di casa Savoia. Le dure e severi leggi del mercato impongono però che il museo Egizio si allarghi, si espanda, acquisisca nuovi spazi con nuovi allestimenti (sempre del premio Oscar Dante Ferretti che, per l'occasione, ha già ipotizzato una ricostruzione di ambienti con tanto di Nilo all'interno). Poco importa se questi nuovi spazi vadano a discapito di una collezione di quadri unica al mondo per la storia che rappresenta, poco importa se l'ampliamento deve eliminare un allestimento storico, quello dell'architetto Sanpaolesi con il suo mezzanino ovale che apriva sul lucernario, realizzato a metà degli anni '50. La storia della museologia e museografia italiana passa da quelle sale ma, ahimè, non fa vendere biglietti a differenza del suggestivo museo egizio. E allora via, si chiude e arrivederci.

Ieri pomeriggio un mesto e raccolto nucleo di persone, tra cui i più importanti esponenti della cultura e della storia dell'arte torinese (professori e docenti universitari, soprintendenti, direttori e curatori museali) e moltissimi studenti, hanno visitato per l'ultima volta, tra sconcerto e amarezza, le sale riordinate da Michela Di Macco diversi anni fa.

Centinaia e centinaia di storici dell'arte, laureatisi a Torino, hanno frequentato, studiato, amato e odiato, preparato esami su quelle sale e quelle tele. Ieri è stata l'ultima volta che si ha avuto accesso all'allestimento Sanpaolesi. Un pochino sono triste, e sono molto arrabbiato.

I figli di Carlo I d'Inghilterra, Anton Van Dyck, Torino, coll. Galleria Sabauda
Vi lascio anche l'immagine di una delle tele che prediligo della Sabauda per la sua natura intima e familiare, un dipinto di Van Dyck che ritrae i tre nipotini della duchessa di Savoia Cristina di Francia. Il quadro le era stato inviato dalla sorella Enrichetta, moglie di Carlo I d'Inghilterra. Praticamente una foto da mettersi nei propri spazi personali per avere sempre i nipotini sotto lo sguardo. E poi adoro l'azzuro lucente dell'abitino del piccolo Giacomo (si sono due maschietti e una femminuccia ma agghindati alla maniera dell'epoca, non proprio virile).


Sulla bellezza di averti come padre

Da piccolino ti facevo sempre i lavoretti a scuola. Quegli oggetti orrendi fatti con le mollette di legno e il vinavil che tu non hai mai avuto il coraggio di buttare. E infatti ancora oggi sono li in quella stanza degli orrori dove si accumulano le cose vecchie ma alle quali teniamo: la tavernetta!

Poi crescendo non ti ho più fatto molti regali in questo giorno che è la tua festa. Ma quest'anno, all'alba dei miei 26 anni, ho deciso che si, qualcosa devo regalarti. Perchè se oggi mi piace essere la persona che sono lo devo in gran parte a te che mi hai fatto cresciuto e educato a essere la miglior persona possibile. E solo oggi posso capire e comprendere le tante difficiltà che hai avuto nel far crescere da solo me e Ila. Eppure io non mi sono mai accorto di queste difficoltà e sono sempre stato un bambino felice, sereno, contento e fortunato. E tutto questo grazie a te che sei un papà stupendo.

Tu mi hai insegnato ad andare in bici, a sciare, a fare il risotto buono, a rispettare i vecchi perchè un giorno pure io sarò cosi, ad amare le  differenze e non farle diventare uguaglianze perchè il bello sta proprio nella diversità. Mi hai insegnato a a cambiare l'olio alla macchina e a divertirmi come un bimbo anche da grande. A inseguire le mie passioni e a non dimenticare le mie responsabilità.

Mi fai arrabbiare diverse volte, mi innervosisci e spesso non riesco a capirti ma poi mi basta un abbraccio per capire che nessuno al mondo mi vuole il bene che mi vuoi tu. Il mio regalo sarà provare a non deluderti mai e a renderti sempre orgoglioso di me. E dirti che ti voglio bene perchè sei fantastico.
Voglio postare un video in cui mi  ero imbattuto tempo fa: parla in realtà di una ragazza ma il senso non cambia.

mercoledì 14 marzo 2012

Sul condominio più ristrutturato del mondo

Io vivo nel palazzo più ristrutturato al mondo. Non si capisce come o perchè ma in questo condominio, ogni giorno per almeno 4 o 5 ore, si sentono martelli, trapani, betoniere e chi più ne ha più ne metta. Un continuo. Appena finisce uno ne inizia un altro. Ma come diamine è possibile? Ma la crisi colpisce solo al di fuori di questo portone?

Ma poi alle 7.30? Alle 7.30 martellate? Ma siamo pazzi? dovrebbe essere vietato prima delle 8.30 che diamine. E pure nelle prime ore del pomeriggio. E dai sospendi dalle 13 alle 14 e dammi tregua un attimo.

Ora stanno ristrutturando i due negozi sotto, nel basamento. La scorsa settimana hanno invece finalmente finito i lavori al 3 piano: un buco di 45 mq per 7 mesi (dico 7!) di lavori. Io sospetto abbiano rifatto i pavimenti almeno 4 volte. Sentivo buttare giù muri ogni giorno e mi chiedevo quanti locali potessero esserci in 45mq. Se tiravano giù tutta la grande muraglia cinese ci impiegavano meno.

Poi temo che finiti i negozi sarà il turno delle facciate interne (quelle esterne già fatte 2 anni fa, assieme alle scale e ai soffitti decorati), poi i tetti. Le due vecchie cieche lesbiche del 4 piano (che saluto) hanno fatto presente durante l'ultima assemblea che presto sarebbero partiti i lavori di rifacimento completo del loro alloggio....che ad oggi non sono ancora iniziati. Vuoi vedere che partono esatamente quando finiscono gli altri?? Cosi giusto per allungare un po' i tempi di martellamento e giramento di maroni.

E non mi si venga a fare il discorso-tipo di Fassino, che per chi non lo conoscesse o ricordasse suona più o meno così: "Si cari torinesi, è vero avete il debito pubblico comunale più alto d'Italia ma è un investimento perchè oggi avete una metro, una città pulita, più musei, più servizi, autobus nuovi, e (dulcis in fundo) una percentuale di verde pro-capite per cittadino che è la più alta d'Italia" (tanto per sfatare sto mito di Torino città grigia).

Quindi concludendo: si lo so, sono lavori che alla fine fanno bene, rivalutano tutto l'immobile e bla bla bla però il fastidio di  non poter fare il sonnellino pomeridiano è estremo. ESTREMO!

P.s.: hanno ricominciato or ora. Santi numi.

giovedì 8 marzo 2012

Sui volti e le storie e le persone e gli intrecci e gli aneddoti e ...

Il fatto è questo: le idee migliori mi vengono in macchina. In autostrada. Oggi ad esempio tornavo a casa con mia sorella, in auto, e come sempre quando siamo solo noi due attacchiamo musica random dai cellulari (più il suo che il mio, ho poche canzoni) e iniziamo a cantare a squarciagola come due simpatici idioti. Ebbene oggi cantando un tizianoferro e un niccolofabi spunta pure una canzone dei Modena City Ramblers che a me piace molto per il tema che tratta: la Strada.


Mi piace il testo di questa canzone e quello che evoca. Viaggi, persone, volti, storie, incroci.
E ho pensato che anche io, nella mia breve esistenza, ho incrociato e visto luoghi e persone e volti e cose e storie e ...

Per esempio Marine e Lorie, due ragazze del Belgio che oggi non so più che fine abbiano fatto ma 20 anni fa le ritenevo tra le mie migliori amiche. Andavo spesso in Belgio con mia madre, e quindi era naturale avere amici anche li per me. Ricordo che giocavo con loro nel bosco vicino a casa dei nonni. Aevamo una casetta sull'albero. Loro due, con i genitori, venivano spesso in Italia da noi. Poi mio padre e mia madre divorziarono, i viaggi in Belgio finirono e loro due, storie della vita, sparirono. Chissà oggi come sono, cosa sono diventate, che scelte avranno fatto.

Poi ci sono Luigi, Davide e Luca, i miei amici d'infanzia della casa in campagna di mia nonna. CI ritrovavamo tutte le estati a giocare in piazzetta la sera. Oggi so solo che Davide ha due figli ed è sposato, gli altri due non pervenuti.

C'è Susanna e sua figlia Valentina: compagne di viaggio a Eurodiney, non so come o quando mio padre avesse cnosciuto questa Susanna. So solo che un giorno disse a me e mia sorella che saremmo andati a Eurodisney in camper e con noi sarebbero venute Susanna e la figlia Valentina. E ok :) Andammo tutti insieme appassionatamente. Oggi Valentina è rimasta da sola, Susanna è morta qualche anno fa.

Ci sono poi Wendy e Len, una coppia di pensionati britannici che anni fa aprirono la loro splendida casa a me e una mia amica per una vacanza studio. Ho bellissimi ricordi di quel viaggio a Londra, avevo finito seconda media, in inglese sapevo dire solo one two three I love you e The Beatles. NOn capivo nulla di cosa mi dicessero :) Infatti ricordo che un giorno tirava un vento incredibile e pioveva a dirotto, Len arrivo da me e Ester in camera e ci disse qualcosa in inglese. Ci guardammo entrambi con lo sguardo vuoto. Non capimmo nulla, Ester corse a prendere il dizionario ma io intervenni pronto con un YES secco. E Len sorrise e disse "Ok, we go guys!"
No aspe ... we go dove che piove? "we go, we go" si ma dove? Guidò per circa 20 minuti poi ci fece scendere, in mezzo al diluvio, e si inerpicò su per una collina. Camminammo un tempo indefinito sotto il freddo e il gelo per arrivare poi a vedere, da questa collina, una cava di marmo sulla collina antistante a forma di cavallo bianco. :) UN freddo polare pr vedere sta cazzata :P Ester mi odia ancora adesso per sta cosa, anzi se leggi palesati e batti un colpo che so che ci sei :)

Proseguendo nel viaggio della mente ci sono poi Manu e Agnés che mi ospitarono in Francia per 3 anni, quando arrivai la loro piccola Jade aveva 3 mesi quando me ne andai aveva 3 anni e mezzo. Praticamente per quel periodo avevo una sorella in più. E ancora oggi la sento sempre volentieri.

Poi qui da casa mia passarono, nell'ordine: Pierre, ragazzo francese in scambio qui da noi. Un figo mai più finito che mia sorella spiava dalla serratura di camera mia mentre si cambiava :) Poi arrivo Fabiana, una ragazza boliviana. Povera lei l'ho fatta schiantare in auto nel mio primo grave e per fortuna unico incidente d'auto. Nulla era successo a noi se non uno spavento enorme. Oggi lei vive in Bolivia e fa la designer. La sento su fb ogni tanto. Infine, per ben un anno, a casa mia soggiornò Julia. Lei era tedesca ed è l'unica con la quale io abbia legato davvero poco. E mi dispiace a dire il vero. Ma non tutti i caratteri sono fatti per andare d'accordo, e con Julia purtroppo è stata dura convivere un anno.

Poi ricordo i viaggi in Nord Europa, ospite della mia amica Maria, dove conobbi Anita. Una ragazza norvegese che ricordo gentilissima. Stetti a casa sua per qualche tempo, oggi lei lavora per la televisione noregese, come autrice credo. Nello stesso viaggio non posso non citare Wakanà, una ragazza thailandese che incontrai nell'ostello a Oslo, come due ragazzi napoletani che poi scoprii essere amici di un mio amico qui in Italia. Alla fine il mondo è piccolo.

E più ripercorro sto viaggio nella mente più mi affiorano alla memoria nomi e storie, come la poetessa Costanza della Val Codera, o Alfonso in Germania. Poi ancora Zilli e Barbel e Jurg ... tutte persone che, magari anche solo per cinque minuti, hanno fatto parte della mia vita in maniera indelebile.
E poi ci siete voi, in tempi più recenti, che sebbene per lavoro viaggio meno di un tempo purtroppo, in qulache modo a volte mi avete fatto attraversare l'Italia e parlo di Ale e Lolò, di Mau, di Marco, di Simone, di Yara e della sua amica Arianna, di Dario, di Marco e Bert, di Davide di Costanza, tutti nomi di persone che mi sono care e fate parte, in un modo o nell'altro, della mia vita oggi.

Poi il mio fratellino Giacopo, non mi ricordavo mai il suo nome, se Jacopo o Giacomo e allora decisi di chiamarlo Giacopo. Era il mio fratellino alle hawaii, nel primo viaggio aziendale che feci con mio padre e dove, anche li, conobbi un sacco di gente. Perchè poi li è un po' un'americanata però è vero: io i colleghi di mio padre li sento un po' come una grande famiglia :) E allora devo ricordare pure Daniele, MariaSole e MariaLuce, Antonella, Sanja, Giorgia, Piergiorgio .... uuh quanti nomi. Quanti volti. Quante storie.

Tutte intrecciate. :)

NOn ho mia fatto tardi ner bar di Lisbona o bevuto una birra a Gallway però ho rubato un bicchiere in un bar di Berlino, ho mangiato una Sacher a Vienna, ho navigato sul Tamigi e ballato la Hula-Hula a Maui. Ho preso una limousine a San Francisco e guidato una Bentley a Milano. MI sono ubriacato a Oslo e perso con Valeria per le strade di Monaco (da sobrio lo giuro). Ho suonato il piano a Parigi e spinto un motorino per Madrid :)

Piccoli attima di vita che però mi fanno rendere conto di averla vissuta sta vita. Perchè come disse un tizio il modo peggiore di morire è continuare a vivere senza vivere.

martedì 6 marzo 2012

Su tre cose veloci veloci

Ma proprio rapide, tre velocissime considerazioni.

considerazione n. 1: ho nuovamente, per la terza volta consecutiva, rotto la doccia della palestra. Ma che devo fare? Cioè io schiaccio il bottone come tutti se poi non si spegne più che colpa ne io?



considerazione n. 2: il mio vicino, quello che abita dall'altra parte del cortile, è ogni giorno più figo. Avete presente Ronaldo versione tamarra-torinese-medioborghese? Ecco è lui. Cioè ha due braccia che fammiti ... Ho quelle di Ben che pure non sono niente male eh ;) Però sto vicino qui...mannaggia ogni volta è un bel vedere.





considerazione n. 3: Voi al mio posto cosa avreste fatto? La scena è la seguente: tornavo da palestra poco fa percorrendo la solita strada, su questa strada ad un angolo c'è un sexy shop. Passo davanti come sempre e proprio quando sono di fronte alla porta esce, con tanto di occhiali  scuri in un giorno di pioggia!, la moglie del professore del 4 piano. Oh cazzo! Ci  siamo guardati, riconosciuti e ... ignorati. Non me la sentivo di dirle "buonasera" come  faccio sempre. Cioè ero proprio in imbarazzo. La saluterò per le scale appena la vedo. Ma che sfiga...comunque ora voglio troppo sapere cosa ha comprato li dentro.  La curiosità mi uccide. :)

domenica 4 marzo 2012

Sullo sfogo e sui giovani d'oggi

Oggi mi devo sfogare, è necessario.
Partiamo dal pricincipo ovvero presentare i miei esimii "colleghi": abbiamo l'attivista no-tav, il mezzo matto in cura psicologica con depressione semicronica e la neolaureata sfaticata che "8 ore al giorno sono troppe, bisogna anche riposarsi nella vita".

Questi tre simpatici individui vivono sulla luna, non si rendono conto di dove sono, cosa fanno e non conoscono il significato di diverse parole quali "professionalità", "accoglienza", "orario di lavoro".

Breve flashback necessario per contestualizzare il mio sfogo: circa 5 mesi fa il mio capo mi convoca per un incontro. In tale incontro mi spiega che, con l'aiuto finanziario di una fondazione, il nostro centro ha deciso di prendere in gestione due uffici turistici in alta valle per promuovere meglio il nostro territorio e il nostro sistema museale e, brutalmente, per fare cassa vendendo all'interno di questi uffici (oltre a tutto il nostro materiale edito) ski-pass per la stagione invernale delle tre stazioni sciistiche della nostra valle. Mi chiede se sono disposto a seguire questo progetto ed a affiancare e aiutare le due fanciulle che in questi due uffici avrebbero dovuto lavorare. Io ovviamente accetto. Nella mia mentalità a un lavoro non si dice mai di no. Successivametne si aggiunge il mezzo matto che necessita di "affrontare gradualmente un contatto con il pubblico al fine della reintegrazione completa nel sistema sociale". E va bene, basta che non dia di testa mentre sto in ufficio con lui.

Ora: lavorare in un ufficio turistico non richiede chissà quale competenza o specificità. Certo bisogna conoscere il territorio, bisogna sapere qualche lingua (almeno francese e inglese) e bisogna certamente avere una certa qual predisposizione per il contatto con il pubblico.
Parliamoci chiaro: a queste due è stata offerta una possibilità di lavoro, inizialmente per 4 mesi, in un ambiente bello, pagato normalmente con contributi a posto, con una relativa possibilità di autogestione. Non certo un lavoro in miniera. Poi certo avendo le casse ski-pass veniva richiesta l'apertura dell'ufficio alle 8 anzichè 8.30 o 9 come gli altri nostri uffici. L'orario ufficiale è dalle 8 alle 15 con pausa pranzo di 30 minuti. Non un lavoraccio.
Eppure le due fanciulle non sono minimamente in grado di poter stare da sole o cavarsela. Nemmeno nelle cose minime. Hanno entrambe la sindrome tutta italiana del "a me questo non compete non ce l'ho nel contratto".

Nemmeno nel mio contratto è scritto che devo lavare e pulire il mio ufficio ma quando vedo che è da fare, in casi eccezionali, lo faccio. E questo perchè so benissimo che abbiamo due donne delle pulizie, che fanno benissimo il loro lavoro, ma sono solamente in due e si occupano di 13 siti differenti. E' chiaro che d'inverno, con scarpe sporche e bagnate un pavimento si sporca e mi sembra altrettanto chiaro che passare uno straccio prima di andare via non è un'impresa impossibile. Cosi come passare una scopa una volta ogni tanto davanti all'ingresso se vedi che il sale antigelo è tutto ammucchiato.

Stesso identico discorso vale per l'orario di ingresso e uscita: spesso e volentieri arrivano 10 o 15 minuti dopo a lavoro ma cascasse il mondo alle 15 devono andarsene. Non è loro chiaro che le 15.00 è l'orario di chiusura dell'ufficio al pubblico, che i conti e la documentazione relativa alla chiusura va compilata dopo tale orario e quindi, necessariamente, tu sei libero verso le 15.20 circa. Ieri l'attivista no-tav ha deciso di andarsene alle 13.30, senza dire niente a nessuno, perchè doveva andare alla manifestazione no-tav. E questa spiegazione le è sembrata sufficiente. Anzi si è arrabbiata molto con noi che invece ci siamo (parole sue) "piegati al sistema e ce lo facciamo mettere in culo da Monti, con la vaselina ma sempre in culo ce lo mette".

Quell'altra, la neolaureata, invece l'altro giorno alla mia richiesta di mandarmi via mail i file relativi ai passaggi mi ha risposto che "oggi non ho molta voglia perchè devo mettere a posto i conteggi delle ultime settimane, lo faccio per lunedi e te lo mando ok?", no non è ok neanche un po'. Che risposta è "non ho voglia" ?

Io sono convinto che queste non abbiano la minima idea di cosa voglia dire lavorare: vi è stato offerto un posto di lavoro decente in un periodo di merda, è vero che il contratto iniziale era per quattro mesi ma sapevano benissimo che si sarebbe allungata l'esperienza, come infatti avverrà ma non con loro. Gli uffici hanno registrato buoni passaggi e buone vendite e verranno mantenuti aperti per tutta la stagione estiva e la prossima invernale. Ma loro due saranno sostituite. Hanno gettato letteralmente al culo un posto di lavoro. E la cosa peggiore è che se la ridono. Io non capisco cosa abbiano nel cervello.
Una volta era troppa la curiosità e ho chiesto a una di loro se non le desse fastidio che il contratto non le venisse rinnovato. Mi ha risposto che per fortuna lei non ha bisogno di questo lavoro. Allora parliamoci chiaro, perchè la conosco lei e la sua famiglia e so che possibilità economiche hanno, pure io volendo potrei non lavorare nel senso che potrei rimanere a casa di mio padre, mi verrebbe dato pranzo e cena e voilà, vivo pure io. Ma non ci si può accontentare di questo. La famiglia di qesta fanciulla in questione è una famiglia normale, ne ricca ne povera, certo che puoi continuare a farti mantenere da mamma e papà ma hai 22 anni porca miseria, avrai un desiderio, un sogno nella tua schifosa e inutile vita? Che non sia solo quello di bloccare l'autostrada che mi fa piacere che tu abbia degli ideali, che tu voglia difendere la tua terra per un futuro migliore ok ... possiamo discutere sui metodi utilizzati ma vabbè ok è un tuo desiderio e mi sta bene ma la vita è altro. E' facile farlo se poi torni a casa e c'è mamma che ti lava tutto e papà che ti paga la benzina. Ripeto, anche io in una teoria assoluta potrei farmi pagare la benzina da mio padre, perchè grazie al cielo economicamente potremmo permettercelo a livello famliare ma non lo faccio per principio. E non da adesso ma da quando avevo 19 anni. Le mie spese me le affronto da me, l'università, la macchina, i vestiti, le uscite, e partecipo alle spese di casa quali utenze, bollette, mutui etc. E come me fa mia sorella. Siamo migliori di altri? Forse si, ma è perchè siamo stati educati così, se vuoi una cosa te la guadagni. E poi è una questione di un minimo di orgoglio.
La tristezza è che i discorsi genarilisti del "i giovani oggi non hanno più voglia di fare sacrifici" è in gran parte troppo vera. A queste due pesa troppo lavorare la domenica, pesa troppo alzarsi rpesto la mattina, pesa troppo tutto ... e mica vanno a spaccare carbone in miniera ma vengono in un ufficio sedute a una scrivania a dare informazioni su quale ristorante della zona è meglio per una polenta come si deve. Capite??

Sono contento che non ci saranno più loro due, perchè sono convinto che di ragazzi disposti a lavorare sul serio ce ne sono e quel posto deve andare a loro. Ecco l'ho detto. Amen fratelli!