Il mezzanino ovale con il lucernaio a costoloni del Sanpaolesi |
Fino a ieri, 18 marzo 2012, la Galleria Sabauda era ospitata agli ultimi due piani del palazzo del Collegio dei Nobili. Nei piani inferiori trova posto invece il ben più celebre museo egizio, anch'esso gioiello di casa Savoia. Le dure e severi leggi del mercato impongono però che il museo Egizio si allarghi, si espanda, acquisisca nuovi spazi con nuovi allestimenti (sempre del premio Oscar Dante Ferretti che, per l'occasione, ha già ipotizzato una ricostruzione di ambienti con tanto di Nilo all'interno). Poco importa se questi nuovi spazi vadano a discapito di una collezione di quadri unica al mondo per la storia che rappresenta, poco importa se l'ampliamento deve eliminare un allestimento storico, quello dell'architetto Sanpaolesi con il suo mezzanino ovale che apriva sul lucernario, realizzato a metà degli anni '50. La storia della museologia e museografia italiana passa da quelle sale ma, ahimè, non fa vendere biglietti a differenza del suggestivo museo egizio. E allora via, si chiude e arrivederci.
Ieri pomeriggio un mesto e raccolto nucleo di persone, tra cui i più importanti esponenti della cultura e della storia dell'arte torinese (professori e docenti universitari, soprintendenti, direttori e curatori museali) e moltissimi studenti, hanno visitato per l'ultima volta, tra sconcerto e amarezza, le sale riordinate da Michela Di Macco diversi anni fa.
Centinaia e centinaia di storici dell'arte, laureatisi a Torino, hanno frequentato, studiato, amato e odiato, preparato esami su quelle sale e quelle tele. Ieri è stata l'ultima volta che si ha avuto accesso all'allestimento Sanpaolesi. Un pochino sono triste, e sono molto arrabbiato.
I figli di Carlo I d'Inghilterra, Anton Van Dyck, Torino, coll. Galleria Sabauda |
Nessun commento:
Posta un commento