Nota bene:

Mi piace scrivere cose a caso. E mangiare la nutella con i grissini direttamente dal barattolo.

martedì 20 marzo 2012

Sulla vita in un piccolo villaggio

Quest'oggi ho dedicato la mattinata a delle commissioni che non potevo più rimandare: rinnovo della carta d'identità, ritiro di alcune raccomandate etc ...

Ora, sapete bene, e se non lo sapete ve lo dico, che io "abito" in un piccolo paesino. Abito lo metto tra virgolette perchè in realtà qui ci dormo e basta qualche notte a settimana, ma non vivo davvero questo posto. Non frequento la comunità. Infatti in questi paesini di solito si conoscono tutti, io invece non conosco quasi nessuno perchè non faccio parte della comunità genericamente intesa.
Oggi ho tastato con mano il "disagio" di questa cosa.

Prima tappa all'ufficio postale: ho davanti a me una signora che conosco vagamente di vista ma non so nulla di lei. Mi saluta con un ciao, rispondo con un buongiorno. Subito dopo di me entra un signore anziano, si salutano e mi sacambia per il figlio della signora. Io sorrido e dico che no, non sono il figlio della signora in questione. Lui non demorde e mi chiede come sta mio fratello. Rispondo di non avere fratelli. Se ne fa una ragione e si siede. Entra nel frattempo un'altra anziana e anche lei mi chiede come sta mio fratello, scambiandomi per il figlio della signora. Rispondo la medesima cosa anche a lei. Si fa subito diffidente poichè passo nella sua zona "estranei" e mi gira le spalle.

E' finalmente il mio turno, devo ritirare due raccomandate e pagare un bollettino postale. Compilo il bollettino, da 20 euro. L'impiegato all sportello esordisce con un "guardi so che è da 20 euro però io sono costretto achiedergliene 21.10. Fosse per me andrebbe bene 20, non voglio rubarle nulla ma è la legge che lo prevede". Io lo guardo stralunato dicendo che so benissimo che avrei dovuto pagare i costi di commissione, e lui si scusa nuovamente dicendmi che è la procedura e bla bla

Me ne vado pensando che gente srana esiste in sto posto. Boh. Vado a fare a sto punto le fototessere dal fotografo, entro deciso ne negozio e scopro che non è il negozio di un fotografo ma di oggetti casalinghi (l'esterno però non era cambiato). Riconosco però la moglie del fotografo, le chiedo dove fosse andato il marito. Mi risponde che orami da due anni il negozio si è spostato di fornte all'ufficio postale. Ah si? E prima io non l'avevo visto ?? Boh ok saluto e torno indietro, trovo il negozio, entro e attendo il mio turno. Nel frattempo entra anche la signora di prima della posta, quella che credevano mia madre. La saluto e lei attacca bottone chiedendomi come stessero i miei e se mi ricordassi di lei. Che lei da piccolino mi salutava sempre e bla bla...

Ora io abito in questo posto da 10 anni, per cui ne avevo già 15 quando sono arrivato e non credo sembrassi proprio piccolino. E cmq i "miei" non esistono, al massimo esiste  mio padre.  Insiste dicendomi che ci portava sempre il pane a casa, le rispondo che non ci siamo mai fatti portare il pane a casa, e che a casa mia qui stiamo pochissimo. Allora lei sfodera tutte le sue conoscenze e mi dice "ma non abitate nella villa dopo il ponte? La casa bianca di legno con il giardino davanti?" Si si abitiamo proprio li in effetti. "Tuo papà ha una macchina blu no?" Si in effetti si. "E allora siete proprio voi, vi portavo il pane tutti i giorni quando lavoravo dalla panettiera.

Boh, appena arrivato a casa chiedo a mio padre e anche lui mi conferma che non ci siamo mai fatti portare il pane a domicilio. Mah.

Ad ongni modo faccio ste fototessere e vado in comune a rinnovare la carta d'identità. L'impiegata comunale mi saluta con un caloroso "ciao Davide, da quanto tempo!" Io questa non so chi sia,ma vedo sul suo badge il nome Arianna e allora rispondo con "Buongiorno Arianna". Le dico che devo rinnovare il documento e mi fa compilare i moduli. Mi chiede come stanno i miei. Aaaah ma è 'na fissa. Ma non lo sanno in sto paese che siamo orfani? Mi chiede addirittura se mia madre insegna sempre a Rivoli.

Che cosa??? Ma quando mai? Ma chi... m cosa...ma che? a parte che mia mamma faceva l'infermiera a Torino e cmq quassu non l'hanno proprio mia vista. Quando ci siamo trasferiti qui ero orfano già da almeno dieci anni. Boh.
Le dico che mia mamma non ha mai insegnato e che cmq avevo fretta e dovevo solo fare il documento.
Mi chiede se lasciare la dicitura studente oppure scrivere cameriere. Le chiedo perchè avrebbe dovuto scrivere cameriere visot che io non sono un cameriere. Lei mi dice che era convinta lavorassi in un ristorante della bassa valle.. A quel punto mi chiedo come sia possibile essere cosi sconosciuti in un posto dove vivo da 10 anni. Boh.

Ci sono rimasto male.

3 commenti:

Marco ha detto...

A me, onestamente, pare che più che sconosciuto tu abbia un sosia cameriere nel paesino.
Fossi in te indagherei! :D Perché o sono davvero tutti rincoglioniti in sto paese oppure dai è difficile che in così tanti ti scambino per qualcun'altro inventandosi a tavolino storie tanto bizzarre sul tuo conto!!!
Dai, dai, dai, indaga, indaga, indaga! Mi sono sempre piaciuti i gialli!! :)))))) *_*
C'è un altro Dave tra di noi... *_* Mi hai ricordato questo: http://www.insidetv.it/2012/03/12/voyager-12-marzo-indagine-sui-sosia/ Corro a chiamare Giacobbo!!!! :D :D :D

ha detto...

Ahhhh Davide quanto ho riso leggendoti.
Mi è venuto in mente il tuo carattere molto schivo e taciturno con una persona sconosciuta. Almeno questo è stato il mio primo impatto con te: poi invece sei tutt'altra persona, cordiale, aperta e confidenziale.

Certo che a me avrebbero girato letteralmente i marroni soprattutto con l'impiegata dell'ufficio anagrafe: dov'è la privacy dell'utente???

Invece ammiro quelle delle poste precisino al massimo nel fare il suo dovere ahahhahhhhh

ha detto...

PS: hai scritto a lume di candela questo post?????